MARKETING FORUM: IN VIAGGIO VERSO L’INNOVAZIONE
Semplicità, innovazione, intrattenimento ed eccellenza.
Quattro parole chiave che hanno contraddistinto gli interventi dei primi ospiti di questa nuova edizione del Marketing Foum di Performance Startegies.
Una vera e propria esperienza immersiva alla scoperta delle nuove tendenze nel mondo del marketing, trasportati da quattro “unicorni” – termine con cui Mauro Porcini, SVP & Chief Design Officer at PepsiCo intervenuto durante l’evento, utilizza per definire gli innovatori – quali Richard Shotton, Jay Samit, Elena Cortesi e Francesco Morace.
Il metodo EAST come metodo applicato al marketing
Il Forum si è aperto con Richard Shotton, che ha introdotto il modello EAST (easy, attractive, social, timely), ideato nel 2010 dal Behavioural Insights Team, applicandone i principi al mondo del marketing.
In un momento storico in cui ogni giorno siamo “bombardati” da milioni di informazioni, Shotton ha sottolineato quanto le aziende debbano concentrarsi sulla semplificazione dei propri messaggi di marketing e comunicazione rendendoli “social”, citando il principio della riprova sociale di Robert Cialdini e l’effetto von Restorff che deve il nome alla sua ideatrice Hedwig Von Restorff.
In sintesi ciò che è semplice è esternamente più ricordabile dalle persone. Ma come rendiamo i nostri messaggi attraenti e coinvolgenti oltre che memorabili?
Attraverso l’onesta e la trasparenza: in quanto esseri umani tendiamo a scegliere aziende e prodotti che ci mostrano le proprie fragilità e imperfezioni.
È la tesi dell’effetto Pratfall, per cui tendiamo a scartare il comportamento indistinto e la perfezione, che percepiamo come poco veri e autentici.
“È più efficace rimuovere le barriere che spingere sull’acceleratore” è stata l’introduzione del ricercatore ad un altro punto del Modello EAST: la semplificazione dei processi.
Shotton ha invitato gli ospiti a rimuovere anche quelle barriere apparentemente invisibili che possono limitare il coinvolgimento delle persone.
Un concetto immediatamente declinabile nelle campagne di marketing e in fase di progettazione della consumer journey di un consumatore.
Ma non basta semplicità, trasparenza e semplificazione. Tutti questi principi devono poi essere applicati con tempestività, da cui appunto la T di “timely”.
Rispondiamo in modo diverso agli eventi che viviamo a seconda del momento in cui si verificano. Per esempio, siamo particolarmente propensi a cambiare le nostre abitudini durante i periodi di transizione – dopo che cambiamo casa, ci sposiamo, abbiamo un figlio.
Shotton spiega questo concetto attraverso la cosiddetta “regola del picco”, per cui le persone tendono a ricordare solo alcuni momenti rispetto ad altri.
Per questo, quando si progetta una strategia di marketing, è importante creare vere e proprie esperienze di coinvolgimento, individuando e pochi e specifici momenti di eccellenza che rimandano impressi nella testa delle persone.
Verso il metaverse marketing
La tecnologia si sta evolvendo in maniera esponenziale. Stiamo vedendo innovazioni che prima erano inimmaginabili.
Da questa premessa Jay Samit ha il metaverse marketing, un nuovo “mondo” in cui il marketing abbandona gli schemi tradizionali e sposa nuove modalità di comunicazione e strumenti come la Virtual reality e l’augmented realty, uniti da un’unica regola da seguire: coinvolgere le persone.
Se pensate si tratti di un semplice trend, cercate il termine “metaverse marketing” su Google e noterete che già oggi vi sono 42.500.000 di risultati. Un numero esponenziale che evidenzia quanto il mondo si stia spostando verso questa nuova dimensione.
Quale sarà dunque il ruolo nel marketing nei prossimi anni?
Secondo Samit “marketing wll provide immersive experience”. Il marketing sarà sempre più uno strumento per collegare l’essere umano al mondo circostante, per facilitare la vita delle persone e intrattenerle con nuove e coinvolgenti esperienze immersive.
Uno scenario in cui aumenterà notevolmente la produzione di dati e sarà richiesta molta più creatività dei marketer nell’interpretarli.
From zero to launch: il caso Jeep 4xe
Il terzo intervento della giornata ha visto come protagonista Elena Cortesi, Communication Manager Enlarged Europe di Stellantis per i brand Jeep, RAM e Dodge, che ha fatto vivere ai partecipanti del Marketing Forum un’esperienza coinvolgente di lancio di un prodotto evidenziando la case history di Jeep Renegade, Compass e Wrangles 4XE.
Mettendo al centro l’obiettivo di costruire un mondo più sostenibile e il visone di posizionarsi tra i brand più sostenibili ed innovativi nel mondo automotive, Jeep ha implementato una strategia di lancio composta da quattro step:
- INTRO &WARMUP
- PRE LANCIO
- LANCIO
- MONITORAGGIO
La Cortesi è entrata in profondità di ognuno di essi, ponendo particolare attenzione all’importanza di mettere il “consumatore” al centro di ogni fase del processo.
Tonando al tema dell’onestà, la marketer ha evidenziato anche le difficoltà che Jeep ha riscontrato nel lanciare questi nuovi prodotti e come sono stati affrontate facendo riferimento alla pandemia globale che ha completamente interrotto la fase di startup e all’esigenza di lanciare un prodotto innovativo e rivoluzionario rendendolo comprensibile e appetibile sia al target di consumatori Jeep tradizionali che ai nuovi potenziali clienti.
Se dovessimo estrapolare tre parole chiave dall’intervento della Cortesi potremmo sottolineare l’analisi, l’ascolto e ancora una volta la semplicità.
Dallo Storytelling allo storydoing
Francesco Morace, ultimo speaker della prima giornata dell’evento, ha descritto una panoramica di quelle che sono le prospettive future della comunicazione, partendo da un’analisi sociologica degli eventi che hanno cambiato il nostro vivere quotidiano negli ultimi anni.
Morace ha descritto uno scenario in cui le persone sono sempre meno propense ad accogliere storie astratte, ma prediligono la verità, i fatti concreti, significativi, tangibili.
Da qui un messaggio concreto per le aziende, le quali devono abbracciare sempre di più la “comunicazione del vero”, valorizzando ciò che è autentico e si fonda su fatti reali.
Sarà sempre più imprescindibile adoperarsi per il bene comune, condividere valori per rafforzare la catena della fiducia lavorando sulla prossimità e sulla trasparenza.
Ecco allora che si segna il passaggio da storytelling a storydoing.