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Il futuro dell’energia in Italia: dove stiamo andando?

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I benefici dell’efficienza energetica per la nostra economia e per l’ambiente. Grazie agli investimenti degli ultimi tre anni sono stati risparmiati 3,2 milioni di euro sulla bolletta energetica

La vera sfida energetica del nostro tempo è la fornitura in qualità e quantità suffi – ciente per tutti gli abitanti della terra. I paradigmi di consumo del passato non possono più garantire un futuro sostenibile ai nostri fi gli. Come si sta muovendo l’Italia?

Innanzitutto bisogna fare una distinzione ben precisa tra le azioni, gli investimenti e gli incentivi atti a migliorare l’efficienza e quelli volti verso l’innovazione tecnologica per la produzione di energia elettrica. La via dell’incentivo resta quella giusta per proseguire il cammino sulla strada dell’effi cienza energetica negli edifi ci pubblici e privati. È quanto emerge dai risultati degli interventi riguardanti l’intera campagna di “detrazione fi scale 55%” giunta al terzo anno e che terminerà con la fi ne del 2010. Secondo un indagine del CRESME, il 47% del campione utilizzato tra gli utenti che hanno sfruttato l’incentivo di detrazione fi scale non avrebbe fatto l’intervento di effi centamento energetico se ci fosse stato solo l’incentivo del 36% sulle opere necessarie. Tra il 2007/2010 sono stati investiti circa 11.446 milioni di euro in interventi di effi centamento energetico e 6.446 milioni di euro di detrazione fi scale. Sono stati risparmiati circa 3.200 milioni di euro sulla bolletta energetica, il gettito fi scale aggiunto è stato di 3.310 milioni di euro e l’incremento del reddito immobiliare è stato di 3.800 milioni di euro. Tutto questo senza contare i benefi ci in riduzione di CO2, sostegno alle aziende che operano nel settore produttivo, sostegno occupazionale, aumento delle tecnologie disponibili e soprattutto un benefi cio nel comfort dei fruitori. Questo sistema ha favorito un’emersione dell’evasione fi scale e un recupero dell’Ires e dell’Irpef, ma ha anche evidenziato una risposta disomogenea sul territorio: al Nord sono stati realizzati la maggior parte degli investimenti, grazie anche ad una politica locale più attenta all’effi cienza energetica, specialmente in Lombardia. Gli interventi più frequenti sono stati quelli di sostituzione degli infi ssi, seguiti dalla sostituzione di caldaie e installazione di impianti solari termici; ultimi ma non perché meno importanti, ma perché più invasivi, le opere di coibentazione degli edifi ci. Alla luce delle nuove tecnologie sarebbe indispensabile un aggiornamento dell’incentivo all’uso dei pannelli solari termici e soprattutto occorrerebbe incentivare l’introduzione delle caldaie a condensazione per sostituire un parco caldaie ormai obsoleto. Tra le osservazioni atte alla miglioria dell’attuale forma incentivante vi è la necessità di snellire l’iter burocratico e di diminuire l’onerosità dei requisiti tecnici per accedere agli incentivi. Nella distribuzione dell’energia elettrica la vera sfi da sarà distribuirne localmente la produzione; questo eviterà le perdite di rete che il trasporto comporta, che in Italia è stimata al 10,8 % per gli utenti in BT e 5,4 % per gli utenti in MT. Il distributore quindi si sta trovando di fronte a una trasformazione della propria rete per essere in grado di gestire sia i fl ussi di energia prodotta dalle grandi centrali (termoelettriche, idroelettriche etc), sia quelli da produzione di media e piccola entità da fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico, termico, etc.).

Di conseguenza non sarà più suffi ciente avere un controllo della produzione a carattere nazionale ma sarà necessario, anche a livello locale, monitorare, gestire ed integrare la distribuzione di energia prodotta in bassa e in media tensione proveniente da fonti rinnovabili. Se addirittura fossimo obbligati ad auto produrre energia nelle nostre case e aziende, saremmo sicuramente più attenti ai nostri consumi. Quali nuove tecnologie si stanno aff ermando per affi dabilità e convenienza negli ultimi anni nelle fonti rinnovabili? I dati di investimento su scala mondiale negli ultimi 3 anni hanno superato le più rosee aspettative: le fonti rinnovabili sono uscite dalla nicchia e rappresentano un settore in forte evoluzione tecnologica e anche a livello europeo le scelte fatte verso le fonti rinnovabili sono irreversibili. Il fotovoltaico è in evoluzione, nuove tecnologie che impegnano minor spa zio stanno prendendo piede e le applicazioni attraverso sistemi architettonici fanno ormai parte della nuova concezione del “costruire”. La tecnologia che sarà sicuramente protagonista nei prossimi anni prende il nome di “CSP” o solare a concentrazione, che avviene con la conversione dell’energia solare in energia termica ad alta temperatura attraverso la concentrazione della radiazione solare. Per creare energia termica a temperatura medio elevata i raggi solari vengono concentrati verso un punto focale utilizzando delle superfi ci rifl ettenti (specchi o alluminio), che seguono l’andamento del sole (tracker). Nel punto focale si trova un tubo assorbitore, all’interno del quale scorre un fl uido termovettore, che ha tra le proprie caratteristiche quella di essere in grado di trattenere calore e che può essere immagazzinato e utilizzato in un secondo momento. Questa caratteristica non è presente nelle altre fonti rinnovabili attraverso il fl uido termovettore il calore viene poi convertito in energia termica e energia elettrica. Contro mercato e con una falsa ideologia di risparmio, il Governo italiano si sta muovendo sempre di più verso l’installazione di alcune centrali nucleari, ma bisogna fare qualche considerazione a riguardo. Il nucleare ancora oggi è osteggiato più di ”pancia” che di “testa” e tuttora non esiste un programma trasparente di lavori e di costruzione del consenso. Ad oggi non si è ancora trovato chi si accollerà il rischio di fi nanziatore dei progetti, e la questione sta diventando sempre più di ambito politico che del settore energetico. La scelta nucleare non riguarda solo la costruzione di un impianto, ma di una fi liera che va dall’arricchimento dell’uranio alla gestione a lungo termine delle scorie. Un sistema estremamente complesso che richiede un grande controllo e coordinamento: ne saremo capaci? Non esistono fonti buone e fonti cattive, tutto sta nell’organizzazione del settore e nelle prospettive di sostenibilità di un lungo periodo. Una centrale nucleare oggi è sicura, ma cosa può succedere prima e dopo? Il punto non è Chernobyl, ma la storia di BNFL e Sellafi eld, dove il disastro ecologico è avvenuto nel trasporto delle scorie radioattive e non nella lavorazione. Concentrarsi sulla costruzione delle centrali ignorando tutto ciò di cui c’è bisogno a monte, è di un’ingenuità disarmante. In conclusione non possiamo non tener conto che le Fonti Rinnovabili rappresentano oggi l’ambito di investimento primario del settore energetico mondiale. Nucleare e Rinnovabili sono due modelli culturali e sociali diversi, verso i quali sarebbe auspicabile una scelta basata su criteri chiari e giustificati.